Presentazione Candidati e Programma Amministrativo

Presentazione Candidati e Programma Amministrativo

Liberamente presenterà i propri candidati al Consiglio Comunale ed il proprio programma amministrativo mercoledì 18 maggio alle ore 18:00, alla Sala Polivalente “Falcone e Borsellino”. Vi aspettiamo numerosi!

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COPIATO: INGIUDICABILE!

COPIATO: INGIUDICABILE!

Per quanto riguarda il programma amministrativo di “Patto Civico per Cutro” – candidato Sindaco Massimo Tambaro, basterebbe semplicemente scrivere “na stampa” quello di Ferentino, comune del Lazio, programma amministrativo del candidato Sindaco Antonio Pompeo (elezioni 2013).

Dall’impaginazione ai titoli, dai contenuti all’indice non si rileva tra i due programmi ombra alcuna di differenza. Addirittura in molte pagine ricorre la parola “proseguire”, trattandosi – nel caso di Ferentino – di un candidato Sindaco che si propone ad amministrare per la seconda volta, “proseguendo” quindi un’azione amministrativa già avviata. Cosa “prosegue” la lista “Patto Civico per Cutro”? Forse l’azione amministrativa dell’ex Sindaco Salvatore Migale? D’altra parte non sarebbe così scandaloso!

Il programma amministrativo “Patto Civico per Cutro” non presenta poi alcuna integrazione che intervenga sulla specificità cutrese. Eppure il comune di Ferentino non è in dissesto finanziario, ha circa il doppio della popolazione cutrese, non si affaccia sul mare e di inverno ha il problema neve.

Interessante lo slogan di “Patto Civico per Cutro”: “dai forza alle idee”… a quelle degli altri!

Duro lavoro delle altre liste nella stesura dei programmi

Duro lavoro delle altre liste nella stesura dei programmi

Cutro non merita tanta superficialità!

Impegnarsi nella costruzione di un Programma Amministrativo serio significa dotarsi dello strumento guida dell’azione amministrativa. Lo sappiamo noi di Liberamente che, con entusiasmo ma anche con tanta dedizione, abbiamo voluto e preteso da noi stessi un approfondimento sincero e costruttivo delle problematiche del nostro territorio.

Appare invece evidente come questo approfondimento gli amici delle altre liste abbiano ritenuto opportuno superarlo, in nome di un più facile e superficiale copia-incolla.

Cutro ha delle peculiarità che la rendono unica, unica per i suoi problemi, unica per il suo territorio, unica per la sua gente, unica…

Se è parsa impresa dura, faticosa ed insormontabile quella di scrivere poche pagine da presentare agli elettori per riassumere l’idea che si ha della propria terra, come si può credere che queste stesse persone potranno dotarsi di spirito di sacrificio, pazienza ed onestà intellettuale per effettuare un’azione amministrativa che miri al bene di quegli stessi cittadini che oggi stanno sostanzialmente prendendo in giro?

Copiato: 10 e lode!

COPIATO: 10 E LODE!

Duro lavoro di “copia-incolla”! I comuni più interessanti, agli occhi di Divuono & co., sembrano essere quelli laziali, unica eccezione per Cittanova, comune calabrese.

Il sistema delle regole, trasparenza e codice etico presi pari pari dal comune di Cittanova (Programma Amministrativo Francesco Rao Sindaco, elezioni 2014) e Nettuno (Programma Amministrativo Eufemi Sindaco, elezioni 2013).

Aggiudicatari delle politiche sociali, sport, istruzione e difesa del territorio, il comune di Cervaro (Programma Amministrativo Mauro Cernesi Sindaco, elezioni 2012).

La cosa più preoccupante è la lettera di presentazione del candidato Sindaco Divuono, ispirato dalla Signora Gina Cetrone, candidata Sindaco al comune di Terracina. La Cetrone si presenta con uno slogan: “per una CITTA’ NORMALE”… ci ricorda qualcosa!

Nelle foto evidenziamo con diversi colori la provenienza dei vari passaggi copiati del programma:

  • in giallo, le presentazioni (Cetrone vs Divuono);
  • in verde e rosa, i copiati dai comuni di Cittanova e Nettuno;
  • in blu, i copiati dal comune di Cervaro.

Comprendiamo la difficoltà di distinguere “Cutro Città Normale” dal resto d’Italia.

 

Programma Amministrativo – Premessa

Programma Amministrativo – Premessa

“…Perché ovunque rivolga lo sguardo c’è del lavoro da fare.”
Barack Obama, discorso di insediamento alla Presidenza degli Stati Uniti, 20 gennaio 2009.

Le parole di Barack Obama racchiudono e descrivono la scintilla e il senso del nostro impegno.
Siamo donne e uomini che si sono ritrovati quasi d’istinto sulla stessa strada, come reduci dopo una tempesta disastrosa: laceri e delusi, ma motivati dalla voglia di ricostruire.
A chi è stato appena sfiorato dal dubbio che la metafora sia esagerata ricordiamo che la nuova amministrazione dovrà fare i conti con un Comune in stato di dissesto finanziario, in un clima di totale sfiducia verso la politica, in un quadro di crisi economica generale che ha assottigliato la classe media, continua a mordere le fasce più deboli e durerà ancora a lungo, in un contesto amministrativo e istituzionale che obbliga sempre di più l’Ente a fare da sé nel reperimento delle risorse e con il fardello di un’immagine pubblica della società cutrese gravemente compromessa dall’eco delle inchieste giudiziarie Aemilia e Kiterion.
A ciò si aggiunga che a questo stato si è arrivati dopo aver sprecato per anni risorse e opportunità che forse mai più si ripresenteranno e la ripartenza dovrà essere effettuata necessariamente prevedendo tutti gli investimenti – sia in termini di risorse umane che in termini di impianti e infrastrutture – che in questi lunghi anni sono stati rinviati per alimentare un sistema ingordo che si aggrovigliava su stesso.
Di fronte a questo totale fallimento occorreva reagire attivamente, uscire dal proprio guscio e proporre una nuova visione della politica. Anzi, aggiungiamo, proponendo la Politica, quella che riteniamo non si sia mai fatta, confondendola con l’accaparramento del voto e con l’occupazione del potere ad ogni costo, senza un disegno, senza un traccia da seguire, senza un obiettivo da perseguire.
Il fallimento della Politica è il fallimento della Democrazia: ecco perché ora e non domani, ora e non la prossima volta è il momento di partecipare e di testimoniare la propria ferma intenzione di lottare per il futuro di questa città.
Vediamo famiglie rassegnate alla sopravvivenza senza sussulti, imprese che vivono di ansie e incertezze, piccoli commercianti, agricoltori, artigiani e professionisti costretti a barcamenarsi con le necessità quotidiane per non chiudere la loro attività. Ma, soprattutto, vediamo adolescenti già votati all’emigrazione come via di fuga: ed è questo il dato che ci ferisce e preoccupa incombendo come un macigno sul futuro della città.
Ecco la nostra motivazione: un senso di ribellione a questo destino, l’ostinazione di chi non si vuole rassegnare a una china che appare irreversibile.
Ma occorre cambiare, e cambiare radicalmente. Significa non limitarsi alla novità, ma spingersi fino alla diversità, vera, tangibile, confrontabile. Significa sacrificio, spirito di servizio, condivisione di preoccupazioni. Ma significa anche reclamare il proprio diritto di sognare in questo luogo, di sfogare il diritto di amarlo fino in fondo in tutta la sua bellezza, di gettare finalmente le cesoie che teniamo in tasca da decenni per tagliare le nostre radici al momento opportuno e scappare via.
Cambiare significa avere il coraggio di proporre scelte storiche, come quella di una donna per la prima volta Sindaco della Città: una scelta che cambia le prospettiva, rovescia la medaglia e ci fa guardare le cose oltre gli orizzonti di sempre, con gli occhi che i cittadini non hanno mai avuto.
Ecco perché in queste pagine non troverete nulla di ordinario, nulla di scontato.
Non siamo qui per proporre ciò che vi è sempre stato proposto e che vi propongono ancora tutti gli altri. Se vorrete ancora quello smettete di leggere e non votate per noi: rimarreste delusi.
Siamo liberi e vi pretendiamo liberi, ecco perché abbiamo scelto questo nome.
Guardiamo lontano e guardiamo dove nessuno ha mai guardato, per miopìa, insipienza o incapacità, ecco perché abbiamo costruito questo simbolo.
Diverso perché nuovo. Diverso perché libero.

Macchina Amministrativa e Sistema delle Regole

Macchina Amministrativa e Sistema delle Regole

Nel cercare di mettere ordine sulla enorme massa di cose da fare nel corso del mandato siamo partiti quasi istintivamente da un principio unanimemente condiviso: chi si appresta ad affrontare con la propria famiglia un lungo viaggio sente la piena responsabilità di garantire piena efficienza e sicurezza al suo mezzo di trasporto.
Per uscire di metafora, riteniamo che l’intervento sulla organizzazione della macchina amministrativa e l’introduzione di un sistema di regole che ne assicuri nel tempo il miglior funzionamento sia propedeutico ad ogni altra manovra o misura teoricamente immaginabile in ogni altro settore amministrativo. Siamo anche perfettamente consapevoli che tutto ciò potrà apparire scontato, e anticipiamo che non sarà la prima volta che ci vedremo costretti ad affrontare una tematica apparentemente banale: ma ciò accade proprio perché è forte la percezione che nel corso degli anni anche questo aspetto – pur così banale – sia stato semplicemente ignorato, per colpevole incapacità o preciso calcolo politico.
Sarà dunque da qui che partirà la nostra sfida: siamo convinti che la città non possa più permettersi il lusso di affrontare una delle fasi più delicate della sua storia senza la più adeguata preparazione e razionalizzazione delle risorse disponibili. E ne siamo talmente convinti che chiederemo ai cittadini di misurare anche attraverso questo parametro il nostro essere diversi e alternativi e la nostra capacità di guidare la comunità in questo fondamentale passaggio della sua vita.

Da dove veniamo?

E’ la domanda che ci siamo posti all’inizio della nostra analisi, perché non possiamo avviare un cambiamento di rotta se non si ha ben chiaro il percorso sin qui seguito e l’obiettivo che si intende raggiungere.
La risposta è drammaticamente semplice.
Veniamo da un’era in cui l’improvvisazione, l’approssimazione, l’opacità, il lassismo interessato hanno decisamente influenzato il metodo con cui sono stati gestiti gli apparati amministrativi.
Al netto dei principi e delle buone intenzioni espresse negli atti che disciplinano i rapporti e le relazioni all’interno dell’Ente, la realtà amara è che negli anni che ci hanno preceduto è risultata del tutto assente una politica del personale: non è stato neppure abbozzato il tentativo di riorganizzare le risorse per restituire efficienza al lavoro, sono mancati una seria attività di formazione, la fissazione degli obiettivi, il riconoscimento delle qualità individuali.
La componente lavoro, che – proprio perché disponibile in grandi quantità – doveva costituire il vero punto di forza, la vera leva di sviluppo per l’implementazione dei servizi sia in termini di quantità che in termini di qualità con relativo abbattimento dei costi, è stata di fatto abbandonata a se stessa, massificata e dequalificata, favorendo la diffusione dell’immagine del dipendente comunale incapace e fannullone.

Organizzare per valorizzare

Contrariamente a quella che è stata fatta apparire come la sua accezione più negativa, il termine organizzare è per noi funzionale al termine valorizzare: dare cioè valore riconoscibile alle competenze della persona, alla qualità del lavoro prodotto e alla sua gratificazione professionale.
Ma questo resta un obiettivo ultimo che non potrà mai essere raggiunto se non appresteremo tutti gli strumenti necessari per facilitare la prestazione di lavoro, motivare le risorse umane, responsabilizzare ruoli e funzioni.
Essendo queste le linee-guida di intervento, appaiono assolutamente necessari e non più rinviabili:
– L’implementazione di un ufficio del personale meglio strutturato e dotato di tutti gli strumenti necessari per il suo funzionamento;
– La qualificazione e formazione del personale, anche alla luce dei più recenti interventi sulla dotazione organica, per avviare nuovi servizi e migliorare la qualità dei servizi già prodotti;
– L’instaurazione di un sistema di relazioni interne improntate al riconoscimento e al rispetto dei ruoli, delle funzioni e delle responsabilità;
– L’introduzione delle buone pratiche suggerite dagli organismi che studiano e combattono i fenomeni criminali per preservare l’azione amministrativa dal pericolo di inquinamento mafioso;
– L’adozione di ogni meccanismo diretto a riconoscere la prevalenza del criterio meritocratico;
– L’adozione dei sistemi di rotazione del personale più idonei ad assicurare completezza di esperienza e ad evitare radicamento di poteri personali;
– L’introduzione di sistemi di valutazione che favoriscano l’imparzialità della azione amministrativa e riducano il rischio di abusi e arbitrii;
– L’utilizzo di programmi telematici e infrastrutture digitali che garantiscano in tempo reale e in nome del principio della trasparenza il più facile accesso dei cittadini agli atti amministrativi e alle certificazioni;
– L’adozione di ogni accorgimento utile per migliorare l’accoglienza e le relazioni con il pubblico e l’informazione più corretta della cittadinanza sull’attività amministrativa.

Interventi massicci e immediati

Come si vede, non è affatto azzardato definire massicci gli interventi programmati. Né potrebbe essere altrimenti, considerato il gravissimo ritardo accumulato dall’Ente in termini di connotati organizzativi pronti a rispondere alle esigenze di una società al passo con i tempi. Osiamo anzi dire che la sfida più avvincente nel medio-lungo periodo non è soltanto quella di allineare l’organizzazione del Comune di Cutro a quella di un’azienda finalmente moderna, ma quella di rendere l’Ente un modello di riferimento – tanto per il livello dei servizi, quanto per la sua conseguente attività di promozione del territorio – in cui i cittadini possano orgogliosamente riconoscersi.
Per nutrire questa ambizione è necessaria la massima determinazione e non tralasciare nulla di ciò che serve: basta che manchi un solo ingrediente della ricetta perché il risultato sia deludente.
Non solo siamo convinti che il fondamentale processo di riorganizzazione debba essere adottato nella sua interezza, ma crediamo a maggior ragione che debba partire senza alcun indugio per essere completato entro il primo semestre di amministrazione: solo così potrà essere avviato già a partire dal prossimo anno il programma di sviluppo complessivo pensato per la città.

Meglio tutto che poco

Soprattutto in questo settore acquisisce quindi maggiore valenza la nostra volontà di puntare in alto. Non siamo quelli che si accontentano di risultati minimi o pasticciati, ritenendoli comunque un progresso rispetto al punto di partenza; non diremo mai “meglio che niente”, perché la storia amministrativa della nostra città ci ha insegnato che il poco non basta per avviare il circolo virtuoso del progresso economico, sociale e civile di un territorio da troppo tempo alla deriva.
Puntiamo al tutto alzando l’asticella delle difficoltà, sebbene si sappia che ciò comporterà più sacrifici e più pazienza, perché siamo mossi dalla profonda convinzione che questa città non possa più permettersi di sbagliare e non possa più perdere tempo ad aspettare che altri, magari da lontano, ci regalino le soluzioni da scopiazzare. Cutro deve ritrovare dentro di sé la capacità e le motivazioni per ricostruire il suo futuro e l’unico metodo che ci appare utile allo scopo è il cambiamento totale di registro, l’abbandono di cattive abitudini e prassi che appaiono consolidate per scegliere la strada delle regole chiare e valide per tutti e della assunzione piena di responsabilità.
Chi sostiene che la nostra scommessa non potrà essere vinta perché crede che la nostra città sia per sua natura refrattaria al cambiamento non potrà mai essere né precursore, né protagonista di questo processo. Noi invece crediamo che la nostra comunità sia stanca di non avere prospettive e sia pronta a condividere l’idea che una nuova città e un nuovo Comune non solo siano possibili, non solo siano necessari, ma convengano a tutti, soprattutto alle nuove generazioni. E’ a loro, in particolar modo, che sono rivolti i nostri sforzi.

Politiche Ambientali

Politiche Ambientali

Cosa vuol dire, oggi, avere cura dell’ambiente in cui si vive?
Significa necessariamente interessarsi della salute e del benessere dei cittadini; ma una corretta gestione delle tematiche ambientali sprigiona anche evidenti effetti sul senso civico di una comunità, così come evidenti sono le sue implicazioni economiche – a beneficio o a carico dei cittadini – secondo la strada che si desidera intraprendere. Da ultimo, ma non per ultimo, va sottolineato lo stretto legame tra una scorretta politica ambientale e l’inquinamento criminale dell’azione amministrativa e più in generale del territorio di riferimento.
Ispirati e guidati dalle parole di Peppino Impastato, siamo partiti dall’intima e profonda convinzione che la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali e ambientali si traduca in uno strumento eccezionale per la cura di una comunità che si confronta quotidianamente con malanni endemici che rischiano di essere considerati inguaribili, e perciò solo affrontati con indifferenza e rassegnazione.
LiberaMente nasce, come già detto in premessa, per ridare fiato alle speranze di chi non si vuole arrendere all’idea che la deriva della nostra città sia irreversibile.
Il macrosettore della Tutela del Territorio diventa dunque una delle sfide più delicate e avvincenti dei prossimi anni. Solo un’analisi complessiva dei temi sul tavolo e la più adeguata programmazione consentirà di raggiungere il grande obiettivo di vincere questa sfida, nella consapevolezza che – considerata la mole di lavoro che si ha davanti – alcuni traguardi potranno essere raggiunti nel medio periodo, mentre per altri bisognerà perseverare fino alla conclusione di cicli temporali più lunghi e impegnativi.

Ridefinire il ciclo dei rifiuti

Nove anni consecutivi di gestione non sono bastati neppure per avviare qualcosa che somigli a una sistema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, punto di partenza indispensabile per avviare un ciclo virtuoso che trasformi i rifiuti da problema in risorsa. Il tutto proprio mentre in molti paesi limitrofi sparivano i cassonetti dalla strada e la gente cominciava a prendere confidenza con la necessità e la convenienza di cambiare rotta.
A causa di quella che non dobbiamo esitare a definire colpevole incapacità di governo, i nuovi amministratori erediteranno una situazione disastrosa: percentuali di raccolta differenziata ridotte praticamente al solo ingombrante; tributi assolutamente insostenibili per cittadini che spesso si rivelano più sensibili di chi li ha amministrati; percezione di enormi sprechi a beneficio di ditte che speculano sull’emergenza; un territorio complessivamente lasciato alla mercè di chi non ha alcuna sensibilità ambientale e bisognoso di interventi straordinari di pulizia generale; difficoltà di gestione crescenti soprattutto nei periodi di maggiore afflusso con diffusione di pericoli per la salute pubblica, di una immagine negativa del territorio e con effetti nefasti sulle ambizioni di sviluppo del turismo.
I laboratori programmatici, le esperienze e competenze con cui ci siamo confrontati, hanno chiarito che un cambiamento radicale nella gestione dei rifiuti non solo è possibile anche a Cutro, ma è assolutamente conveniente per i cittadini. Abbiamo tra l’altro la ulteriore opportunità di non dover inventare nulla per avviare un ciclo dei rifiuti virtuoso: basta imitare le esperienze positive di molti centri che hanno ottenuto il pieno successo dimostrando semplicemente il coraggio e la volontà di farlo prima di noi.
LiberaMente ha già pronto un progetto di ridefinizione complessiva del ciclo dei rifiuti che, partendo dal ritorno del sistema di raccolta in mano pubblica, passando per l’utilizzo dei sistemi più innovativi e funzionali di compostaggio dell’umido fino allo stoccaggio e rivendita di tutto ciò che è differenziabile e riciclabile, conta di raggiungere nel triennio una percentuale di raccolta differenziata sul livello delle medie raggiunte dai centri calabresi più evoluti ed entro la fine del mandato – a totale regime e al netto dei relativi investimenti necessari – una riduzione progressiva dei costi del servizio, con sensibili effetti sulle tariffe a carico delle famiglie e delle imprese.

Depurazione del centro urbano

E’ l’altro punto dolente della deficitaria situazione ambientale. Per quanto ci risulta, nonostante i precedenti investimenti, il centro urbano non è collegato al depuratore di Rombolò e la città scarica tuttora tra i calanchi che la circondano. Non diverso è lo stato della zona industriale, il cui impianto di depurazione non è stato mai completato. Una situazione vergognosa alla quale occorre porre il più veloce riparo. Nella difficoltà di reperire dati ufficiali attendibili, se verranno confermate le notizie in nostro possesso, occorrerà lavorare sodo per garantire il collegamento della rete urbana già collettata all’impianto di Rombolò – che, tra l’altro va sottoposto a verifica di piena efficienza – e mettere in sicurezza la zona industriale, tenendo conto che sarà necessario far presto ad evitare di incorrere nella scure delle nuove norme di riferimento che penalizzano i territori meno virtuosi.
Affinchè la politica ambientale possa essere considerata del tutto soddisfacente su questo punto occorrerà intervenire nel corso del mandato amministrativo almeno su altri tre aspetti: 1) la verifica degli scarichi civili nei pressi del fiume Tacina e il controllo periodico ma costante dello stato di salute di tutti i corsi d’acqua che sfociano sul nostro litorale; 2) lo studio di fattibilità e l’eventuale sperimentazione di tecniche di depurazione più naturali, meno impattanti e più economiche; 3) l’introduzione nel regolamento edilizio di norme obbligatorie sulla divisione delle reti di scarico in acque nere ed acque grigie.
Va da sé che il tema della depurazione dei reflui travalica i confini territoriali. Mai come in questo caso bisognerà introdurre una politica che inneschi la necessaria collaborazione e sinergia con i centri limitrofi per favorire una presa di coscienza collettiva delle popolazioni viciniori per puntare a risultati ambientali ottimali per tutte le comunità del territorio.

Mitigazione del rischio di dissesto idrogeologico

I confronti effettuati con gli esperti del settore hanno rivelato che anche in questo settore generalmente si è speso troppo e male. Ciò che balza agli occhi é la mancanza di una seria programmazione, mentre spesso si ha la tendenza a modificare, se non a violentare lo stato dei luoghi avendo la pretesa che la natura si adegui.
Il nostro territorio è interessato in particolare dal rischio di dissesto lungo i costoni sud e nord del centro urbano, tipicamente coinvolti da eventi franosi in più occasioni, e lungo i corsi d’acqua, più volte soggetti a esondazioni nel periodo autunnale e invernale.
E’ possibile intervenire sui danni già causati attraverso l’accesso a fondi dedicati che occorre attivare. Ma LiberaMente intende avviare una seria politica di programmazione e prevenzione del rischio, attraverso un’opera di rimboschimento mirata, il controllo dei letti e degli argini dei corsi d’acqua. Anche questo aspetto necessita poi di attivare le più opportune sinergie con i territori attraversati dal fiume Tacina.

Piano del verde

Attivando ogni forma di collaborazione con gli organismi e le istituzioni pubbliche e con le associazioni ambientaliste sia per ciò che riguarda la pianificazione che la fase esecutiva, intendiamo adottare su tutto il territorio – dopo aver compiuto l’opera di pulizia precedentemente richiamata – una pianificazione totale del verde pubblico che restituisca decoro e vivibilità ai luoghi che frequentiamo e attraversiamo.
Per i dettagli rimandiamo alle pagine dedicate al piano di sviluppo urbano.

Mobilità sostenibile

Abbiamo interesse ad affrontare due aspetti essenziali per migliorare la qualità della vita: agevolare e stimolare nei centri abitati l’uso di mezzi ecologici privati alternativi alle automobili; dare ai cittadini la possibilità di muoversi autonomamente nel centro urbano contando su mezzi di trasporto pubblico interamente ecologici.
Si tratta di aspetti verso i quali si registra una sensibilità e un bisogno sempre più crescente, tra l’altro facilmente finanziabili attraverso i canali europei.
Il primo obiettivo potrà essere raggiunto con la realizzazione di percorsi ciclo-pedonabili che colleghino tutti i più importanti centri di interesse sia del centro urbano, che della zona marina, dando la possibilità ai sempre più numerosi cittadini che preferiranno utilizzare mezzi alternativi all’auto di spostarsi in piena tranquillità e sicurezza.
Al secondo obiettivo si perviene mediante l’istituzione di un servizio-navetta nel centro urbano con minibus elettrici da 5-7 posti: un servizio di alta valenza sociale che potrebbe essere realizzato a costi ridottissimi e a impatto ambientale zero.

Altri investimenti di politica ambientale

A completamento della politica ambientale programmata per il quinquennio, LiberaMente intende avviare un percorso di investimenti che avrebbe dovuto muovere i primi passi già in passato.
La felicissima esposizione degli edifici pubblici esistenti (dalla casa comunale, agli edifici scolastici, fino agli acquedotti) ne rende possibile lo sfruttamento degli spazi utili per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Considerati gli alti costi della bolletta energetica storicamente esposti in bilancio la pianificazione nel quinquennio di investimenti mirati per il loro progressivo abbattimento ci sembra non più rinviabile.
Parimenti urgente e indifferibile è l’adozione degli accorgimenti tecnici per garantire il risparmio, o il recupero con conseguente riciclo a fini pubblici, dell’acqua che sgorga copiosa dagli acquedotti ma che, per tutta la quantità non imbottigliata dai cittadini, finisce per disperdersi nella condotta fognaria: uno spreco enorme e ingiustificabile, in tempi di approvvigionamento idrico dai costi sempre più elevati, al quale è necessario porre rimedio nel breve periodo.
Infine, pur con grande ritardo, riteniamo assolutamente opportuno e conveniente prevedere la progressiva trasformazione di Cutro in “led city” attraverso l’adozione della tecnologia led ad alta efficienza per la pubblica illuminazione, attraverso la quale è calcolabile un risparmio energetico vicino al 60%, la riduzione del 50% dei costi di manutenzione e una nettissima riduzione del livello di emissioni di CO2.

Sviluppo Economico – Attività Produttive

Sviluppo Economico – Attività Produttive

Il tema dello sviluppo economico del territorio è stato da sempre il grande assente nell’agenda delle amministrazioni che si sono succedute nel corso degli anni. D’altronde, la pessima abitudine ad approcciarsi alla gestione della cosa pubblica senza alcuna programmazione e rincorrendo le emergenze che si presentavano di giorno in giorno induce a rinunciare a priori ad una visione della città proiettata negli anni a venire.
Prova ne sia che, al di là di vuote dichiarazioni di intenti, non si ha modo di ricordare un’azione amministrativa di politica economica locale che stilasse obiettivi e strumenti di intervento per favorire e stimolare la produzione di ricchezza.
Gli argomenti che si ricordano negli ultimi decenni, la costruzione della caserma e l’avvio di una fase di industrializzazione, avevano in realtà ragioni e natura esogene e si sono rivelati miseri fallimenti dopo essere stati sfruttati a fini propagandistici per personali fortune elettorali.
Anche l’unica infrastruttura di rilievo dell’ultimo decennio – il tanto atteso cavalcaferrovia di Steccato – è in realtà opera progettata, finanziata e realizzata da terzi: ma anche in tal caso non sono mancati i tentativi di accaparrarsi benevolenza ben oltre gli effettivi meriti.
LiberaMente vuole invertire questa tendenza ed inaugurare anche in questo settore un nuovo corso che miri nella prima fase a mettere a pieno frutto le risorse esistenti e i punti di forza del territorio e nel medio periodo ad introdurre ogni misura e strumento a disposizione dell’amministrazione nel quadro della sua autonomia per incentivare le attività economiche soprattutto a beneficio delle future generazioni, alle quali dovrà essere restituito il diritto di scegliere la propria terra tra i luoghi in cui “pensare” il proprio futuro.

Il turismo come attività produttiva

La rivoluzione parte a volte da riconsiderazioni concettuali: il fatto stesso di considerare in passato quella del turismo come delega “altra” rispetto alle attività produttive, magari affidate addirittura ad altro amministratore, fa capire in quanta considerazione era tenuto un settore che dovrebbe essere trainante per l’economia locale.
Per LiberaMente il turismo è attività produttiva a tutti gli effetti, al pari del commercio, dell’industria, dell’agricoltura e dell’artigianato. Ed è attività produttiva di primaria importanza, sulla quale verranno concentrate gran parte delle attenzioni affinché l’iniziativa privata prosperi seguendo ordinati piani di sviluppo e il territorio possa legittimamente dichiararsi a vocazione turistica.
A nostro parere va abbandonato il modello dei villaggi turistici frequentati da visitatori che rimangono chiusi in recinti di lusso ove consumare la vacanza, in un territorio che rimane però a loro estraneo.
Saldare la zona dei villaggi con Steccato attraverso un ponte che oltrepassi il Puzzofieto – quale infrastruttura che assicuri un accesso in regola con le norme di sicurezza e favorisca l’integrazione tra i villaggi e il centro urbano è nostro obiettivo prioritario, ma non basta più: è tempo di considerare Steccato e San Leonardo, e dunque l’intera zona urbanizzata sul litorale, come un immenso albergo diffuso, con tutto ciò che ne consegue ai fini dell’approntamento dei servizi in vista della stagione turistica.
Qui si tocca l’altro aspetto che segnala la storica scarsissima propensione a credere al turismo quale fonte di ricchezza: nella molto limitata ottica di considerare turista principalmente l’emigrante di ritorno si è dimenticato che un territorio che punti sul turismo lavora intensamente affinchè l’attività sia destagionalizzata e dunque aperta al mercato globale, con servizi attivi già dal mese di maggio e fino al mese di settembre. Ma per far questo occorre modificare radicalmente i concetti di riferimento, elaborare un adeguato piano di sviluppo e iniziare a programmare la stagione con un anno di anticipo, esattamente come farebbe un’azienda intenzionata ad entrare credibilmente in qualsiasi mercato.
Ben consapevoli che il lavoro che ci attende è immane e straordinario, ci proponiamo nel periodo del mandato di raggiungere i seguenti obiettivi:
– Implementazione del sistema infrastrutturale con la realizzazione: 1) di un ponte sul Puzzofieto che colleghi Steccato alla zona dei villaggi; 2) dei primi chilometri di pista ciclopedonabile nel quadro di un progetto di più largo respiro che interessi l’intera area turistica; 3) di un’area parcheggio che limiti l’uso delle auto e migliori la viabilità e la qualità della vita nelle zone residenziali;
– Implementazione di sistemi di collegamento e trasporto tra il capoluogo e il litorale;
– Previo intervento di pulizia straordinaria dei luoghi pubblici, introduzione di un adeguato piano di controllo a tutela della pulizia e del decoro urbano ed avvio dei servizi per il turismo a partire dalla primavera inoltrata;
– Adozione di un piano del verde particolareggiato per aumentare le zone ombreggiate e incoraggiare l’accesso pedonale al mare dei residenti;
– Revisione del piano del traffico e presidio del territorio in sinergia con le forze dell’ordine e le associazioni di volontariato;
– Verifica della piena funzionalità del Piano Spiaggia di recente adozione ed eliminazione delle incongruenze eventualmente rilevate;
– Trasformazione del sistema di distribuzione commerciale, con introduzione di incentivi al commercio fisso;
– Sostegno al progetto “Città Albergo” con l’apertura di uno sportello dedicato.

Agricoltura e Artigianato

Si tratta di due dei pilastri portanti dell’economia locale che sono stati nel corso del tempo progressivamente abbandonati.
Non ci vorremmo fermare a soddisfare le esigenze più elementari degli operatori del settore, ma pensare ad avviare i primi investimenti per tornare a considerare l’agricoltura e l’artigianato aree economiche credibili per costruire il proprio futuro.
Abbiamo in mente due progetti essenziali che, se interamente realizzati, potrebbero costituire il fiore all’occhiello del nostro mandato: lo sviluppo della filiera cerealicola che torni a mettere in primo piano la coltura del grano Cappelli e la realizzazione di una idea datata, ma resa ancora più attuale dalla crisi economica, come la ristrutturazione agevolata dei fabbricati, una misura che darebbe respiro ad un settore asfittico e a centinaia di operatori che da anni vivono nell’angoscia e nell’incertezza.
Con riferimento a quest’ultima misura LiberaMente intende sperimentarne la completa fattibilità facendo partire entro l’anno un progetto-pilota sostenuto da un piano particolareggiato che sarà eventualmente esteso prima ad un rione, poi a tutto il centro urbano.
Sempre sull’artigianato, tenendo conto del contenuto del programma nel settore del Piano di sviluppo urbano, è nostra intenzione promuovere la riscoperta degli antichi mestieri manuali che sembrano destinati a scomparire attraverso la creazione una scuola di formazione interamente gratuita destinata agli adolescenti e gestita in collaborazione con le associazioni di categoria.
All’agricoltura, invece, saranno destinati i frutti delle azioni innovative nel settore della tutela del territorio, dall’acqua recuperata con gli accorgimenti di riciclo al fertilizzante prodotto dagli impianti di compostaggio del rifiuto umido.

Commercio e industria

Le attività imprenditoriali che sono tuttora gestite in loco hanno bisogno di un sostegno concreto per favorirne lo sviluppo e scongiurare la possibilità che nel tempo si registrino ulteriori trasferimenti in altre sedi.
L’Ente locale, da parte sua, non può non riconoscere il suo pieno interesse al rilancio economico del territorio per il tramite dello sviluppo delle attività produttive. Si tratta adesso di capire cosa sacrificare in vista di questo obiettivo primario.
L’intervento, sotto questo punto di vista, non può che riguardare lo studio di un sistema di incentivi per favorire l’avvio di nuove imprese medio-piccole, con riferimento ai tributi locali connessi alle nuove attività.
Le attuali tariffe per lo smaltimento rifiuti e consumo idrico sono studiate (piuttosto iniquamente) in funzione dell’ampiezza dei locali utilizzati e, se costituiscono un carico eccessivo per un’impresa già avviata, possiamo immaginare quanto finisca per scoraggiare l’avvio di una nuova attività imprenditoriale.
Ma l’esenzione totale di tali tributi per il primo triennio di attività, ad esempio, costituirebbe un costo pubblico esiguo di fronte ai benefici connessi all’avvio di una nuova attività imprenditoriale, soprattutto se commisurata a un livello massimo di consumi per anno (tot quintali di acqua, tot quintali di rifiuti) e all’assunzione di almeno una unità lavorativa.
Se a regime nascessero dieci nuove piccole imprese all’anno, l’Ente rinuncerebbe a tributi di scarsa incidenza sul bilancio, ma contribuirebbe alla creazione di nuova ricchezza e di almeno dieci nuovi posti di lavoro. Ed è assodato che la creazione di un posto di lavoro ha costi pubblici medi di gran lunga superiori rispetto a quelli preventivabili con questo sistema.
Ogni sistema di incentivi sarà però reso vano dal persistere di sacche di abusivismo diffuso soprattutto nel settore delle attività commerciali e dall’accentuata attenzione verso il commercio ambulante, che finisce per ripercuotersi gravemente sulle attività commerciali a posto fisso. Un riequilibrio tra i due ambiti appare quanto meno opportuno, soprattutto se si considera che le attività ambulanti si traducono spesso in una esportazione di ricchezza.

Piano di Sviluppo Urbano

Piano di Sviluppo Urbano

“…..Ecco, a un distendersi delle dune gialle in una specie di altopiano, Cutro. Lo vedo correndo in macchina : ma è il luogo che più mi impressiona di tutto il viaggio…”.
Sicuramente è questo incipit di Pier Paolo Pasolini, a esprimere nella maniera più incisiva, il reale sentimento di chiunque si trovi ad osservare il centro urbano di Cutro e i suoi dintorni.
Tale sguardo non può non cogliere, interrogandosene, il dualismo preponderante fra il carattere naturalistico/paesaggistico del territorio circostante, il centro abitato e lo sviluppo disordinato, caotico, confuso e fuori dal tempo.
L’attuale agglomerato urbano, sorto infatti dopo la ricostruzione post sismica a metà del XIX secolo, si snoda lungo l’asse viario “Corso Nazionale”, che fu fino agli anni ’70, asse di primaria importanza per lo sviluppo dell’economia locale poiché fece di Cutro un luogo di passaggio obbligato (allora S.S. 106 Ionica). Tutto cambiò quando si decise di modificare il tracciato della suddetta Statale, spostandolo lungo la costa e relegando quindi Cutro a condizione di economia marginale.
Il tessuto urbano fino ad allora generato da pratiche edificatorie fuori controllo, basate su lottizzazioni tipiche delle comunità ottocentesche, contraddistinto da una massiccia densità di costruzioni, aveva lasciato poco spazio per elementi essenziali allo sviluppo urbanistico moderno (parcheggi, piazze, giardini pubblici, strade di raccordo), sacrificando beni e servizi comuni in favore dell’abuso privato.
Nei punti più esterni all’abitato, poi, le vie terminavano senza soluzione di rapporto verso il paesaggio.
L’elemento che maggiormente qualificava e caratterizzava il luogo, ossia il paesaggio circostante con i suoi calanchi argillosi, è stato in realtà il grande assente nello sviluppo urbano del recente passato di Cutro.

Veniamo da lontano…

Cutro ha origini antichissime e la sua fondazione avvenne ad opera degli Enotri, popolazione italica che si insediò in queste terre, anticipando perfino la colonizzazione greca.
Durante la fine dell’Undicesimo secolo si registrano i primi documenti su “Cutrum”, come “locus”, “tenimentum” o “casalis” in territorio di Santa Severina.
Allo stato attuale possiamo supporre che il “Casale di Cutro” si sia sviluppato attorno a un sistema cardo – decumanico, su cui si basò l’antico borgo pre-terremoto.
Successivamente l’edificazione delle diverse chiese ha arricchito il patrimonio architettonico e urbanistico della città, sviluppando attorno alle proprie costruzioni diversi insediamenti antropici.
L’evento sicuramente più traumatico nella storia della città fu il terremoto dell’8 marzo 1832, che oltre a mietere numerose vittime tra gli abitanti, distrusse completamente l’intero borgo, modificando non solo la conformazione urbana ma anche quella del territorio circostante. Dalle cronache dell’epoca si apprende che la maggior parte dei rioni storici di Cutro (Casazza, Casale, Banda…) “…se ne scesero a valle…”.
Per la ricostruzione si decise perciò di estendere la città verso i siti fino ad allora rimasti marginali, ma con dislivelli minori, quali San Domenico e San Biagio, dove venne pianificato il “Novello Cutro” e quindi lungo i due lati di quello che oggi è il Corso Nazionale e che allora era la “Nuova Strada Carrara Regia”.
La crescita edilizia e urbana assunse dimensioni esponenziali in seguito al “boom economico” degli anni ’60 ed ha avuto effetti deleteri per la crescita urbana. A causa dell’edificazione disordinata, dell’assenza di controlli, dell’abusivismo edilizio, le peculiarità del luogo sono andate perdute, tanto da compromettere fortemente anche le caratteristiche del nucleo storico. Tutto questo, nonostante non mancassero esempi virtuosi di insediamenti urbani, realizzati negli anni immediatamente precedenti oltre i confini del nucleo consolidato, come il Quartiere INA Casa di Mario De Renzi e la “Città – Giardino” dell’U.N.R.A. Casas di Mario Fiorentino, entrambi realizzati negli anni ’50 e che oggi risultano degradati e compromessi.
E’ palese dunque, che un modello di “sviluppo” basato sull’edificazione spontanea e fuori controllo, che non lascia margini di movimento all’atto pianificatorio e che non riconosce valenza né al contesto circostante né ai riferimenti storici e culturali del luogo, non solo non ha innescato alcuno sviluppo economico, ma ha allontanato qualsiasi possibilità di investimento, in particolare nel settore turistico, svilendo altresì la qualità economica di tutta quella mole di immobili che di per sé non hanno, né avranno alcun valore a breve e medio termine.

Guardiamo lontano…

Noi di LiberaMente invece, pensiamo che si possa invertire la deleteria tendenza al degrado urbano, attivando una serie di buone pratiche e formalizzando delle semplici regole chiare, che valgano da guida nel settore dell’attività edilizia e nelle trasformazioni urbane, che nell’insieme formino “sistema” con l’attività politica.
E’ falso e pretestuoso imputare il fallimento di un modello di sviluppo al mero Strumento Urbanistico, la cui adozione storicamente fu assai tardiva e che di per sé, mai è stato pienamente attuato, forse per ignoranza politica, sociale o più semplicemente imperizia tecnica o forse (e siamo sicuri di colpire nel segno) colpevole interesse privato da parte di chi, quello strumento aveva il dovere di interpretarlo e renderlo operativo.
Allo stesso modo, non si può pensare che l’approvazione di un nuovo Piano (la cui elaborazione per altro, è un mero obbligo di legge), possa automaticamente rappresentare la soluzione di tutti i mali che affliggono la comunità, anche perché rimane inalterata la questione inerente la gestione del piano stesso.
Non sembra infatti, almeno da una prima analisi del piano in itinere, che si prospettino strategie di sviluppo di grande valenza e/o ampio respiro. Le Norme Tecniche d’attuazione relative allo strumento medesimo, contrariamente alle premesse iniziali, non si traducono nell’esplicazione dettagliata degli interventi possibili, ma presentano un forte carattere aleatorio ed ampi margini per interpretazioni arbitrarie, assumendo in realtà la connotazione di semplici dichiarazioni di intenti. La relazione di Piano, poi, contraddice sé stessa a più riprese.
Appare dunque chiaro che un’azione amministrativa seria, concreta, che risponda alle istanze di sviluppo del territorio, passa innanzitutto da una corretta programmazione e pianificazione degli interventi, oltre che ad una loro chiara interpretazione.

Strategie

Per quanto possa sembrare superfluo, a tratti banale, è bene riaffermare la vitale importanza per un territorio delle sue vie di comunicazione. Questa purtroppo è una delle note dolenti del nostro territorio, viste le condizioni pessime in cui versano i principali assi di collegamento urbani ed extra urbani, soggetti continuamente a frane e cedimenti, per via dello stato avanzato del dissesto idrogeologico e per via della mancanza di manutenzione periodica. Per immaginare lo sviluppo di un territorio è necessario che esso sia prima di tutto raggiungibile e visitabile, con comodità, sicurezza e piacevolezza.
A tal fine LiberaMente vuole intraprendere una battaglia per il riscatto di questo territorio, portando le istanze di Amministrazione e Cittadini, ai più alti livelli di rappresentanza istituzionale, coinvolgendo i diversi Enti sovraordinati nella risoluzione di tale annosa problematica e ponendoli dinnanzi alle rispettive mancanze e responsabilità, al fine di una definitiva normalizzazione del sistema viario urbano ed extra urbano, affinché dopo si possa parlare solo di manutenzione ordinaria.
Per noi di LiberaMente la strada maestra è necessariamente quella di una visione complessiva del territorio, volta non alla stesura di un “libro dei sogni”, così come puntualmente ci è stato propinato sino ad ora, ma all’attuazione di strategie a breve e lungo termine che restituiscano finalmente decoro, dignità e qualità sociale – architettonica e urbana – ad edifici, strade e spazi urbani troppo spesso colpevolmente trascurati, nonché una riorganizzazione razionale e funzionale delle differenti attività umane ad essi inerenti.
Le discussioni messe in atto durante i nostri Laboratori Programmatici e il confronto con le diverse professionalità che ci hanno coadiuvato, hanno messo in luce la necessità di attivare una serie di interventi e strategie volte a conferire un rinnovato interesse per l’assetto urbano, in relazione soprattutto alla formulazione di un territorio nuovo, proteso verso la naturale promozione delle bellezze e peculiarità locali, nonché al soddisfacimento dei servizi ad esse inerenti.
Agiremo dunque nella piena convinzione che ogni opera da realizzare, ogni manifestazione o iniziativa pubblica, ogni azione amministrativa intrapresa, dovrà essere caratterizzata da una forte connotazione di sviluppo culturale, sociale ed economico.
Un territorio deve necessariamente rispondere in prima istanza alle necessità di chi quel territorio lo vive quotidianamente. L’amara seppur ovvia constatazione che abbiamo rilevato è che effettivamente alla nostra comunità mancano le azioni minime volte all’attuazione di regole che garantiscano i diritti di tutti e stanno alla base di quella che nel sentire comune è definita “normale amministrazione”.

Azioni

In relazione a quanto fino ad ora esposto, riteniamo che il primo passaggio da espletare riguardi la definizione di un “sistema” di regole chiare e non interpretabili, la cui valenza sia di interesse generale e, alla cui formulazione debba seguire un efficiente sistema di controllo, repressione ed, eventualmente, sanzione da parte degli organi preposti a tal fine.

Regolamento Edilizio:

Nel caso specifico, il sistema delle regole a cui facciamo riferimento dovrà necessariamente muovere i primi passi dalla elaborazione di un Regolamento Edilizio dettagliato nei minimi particolari, che non lasci margine alcuno all’interpretazione e alla volubilità di singoli soggetti.
Troppo spesso abbiamo assistito al reiterarsi di attività edificatorie arbitrarie e fuori controllo, ignorate se non avallate, da chi invece doveva controllare nell’interesse della collettività e all’occorrenza reprimere gli abusi.
E’ grave che tale strumento, di norma posto a corredo del PRG, seppure redatto in sua concomitanza, mai sia stato approvato e quindi adottato, preferendo bensì affidarsi al giudizio personale dei singoli.
Necessità che emerge e si rinnova ancor più in tale fase di adozione del nuovo strumento urbanistico generale, oggi denominato PSC ovvero Piano Strutturale Comunale, la cui impostazione, da una prima analisi ci pare assai parziale e confusa, così come espresso in precedenza.

Piani Urbanistici di Dettaglio:

Riteniamo che nell’ottica di una visione completa dello sviluppo territoriale futuro, al fine di migliorare la qualità urbana e di vita dei cittadini, niente vada lasciato al caso.
Il sistema di regole al quale facciamo riferimento prevede perciò la redazione di una serie di Piani Urbanistici Particolareggiati che normino nel dettaglio le diverse attività, in sintonia con gli obiettivi della pubblica amministrazione.
Siamo convinti infatti che, contrariamente a quanto si pensi, regole certe portino ad un’organizzazione più funzionale dei sistemi urbani, prospettando occasioni di lavoro soprattutto qualificato, in particolare per tecnici e operatori del settore. Inoltre garantiranno a lungo termine una evoluzione dei principi e della qualità architettonica che, al momento, è lasciata alla mera intuizione dei dirigenti pro tempore.

Piano del Verde Urbano:

Uno di questi importanti strumenti, cui vogliamo fare riferimento, come già espresso in precedenza, che si inserisce in una visione ampia e moderna della pianificazione urbana, che esuli dal mero rispetto degli standard urbanistici è il Piano del Verde Urbano, che rappresenta uno strumento strategico, utile per la conoscenza delle essenze vegetali che caratterizzano il territorio e atto a mitigare gli effetti dell’attività antropica sul sistema urbano, anche al fine di un utilizzo più razionale delle risorse e del suolo agricolo.
Un primo passaggio significativo sarà relativo, appunto, alla conoscenza, che potrà essere promossa a costi ridotti avvalendosi del contributo dell’Istituto Agrario presente sul nostro territorio, dell’ordine degli agronomi, degli studenti di agraria o anche di associazioni di volontari. Con il censimento è possibile affrontare nel modo più corretto il controllo dello stato fitosanitario della vegetazione, la pianificazione di nuovi impianti, la programmazione degli interventi di manutenzione del verde e non da ultimo i rapporti tra l’Amministrazione e i cittadini, nonché di questi ultimi col proprio territorio.

Piano del Colore:

Il Piano del Colore, la cui valenza potrà essere estesa all’intero territorio comunale, ma che sicuramente dovrà interessare la parte storica del comune di Cutro, dovrà contenere un insieme di norme tese al recupero dell’immagine complessiva della aree della città e della loro identità storico-culturale.
Tutto ciò, al fine di richiamare progettisti, committenti e semplici cittadini a prestare attenzione all’aspetto esteriore degli edifici e quindi a tutto il costruito che influenza il nostro vivere quotidiano.
Il Piano, quale importante strumento di riqualificazione, conterrà tutte quelle norme specifiche atte a regolare l’uso del colore da applicare ai fabbricati, in relazione alle tinte, ai possibili abbinamenti, alle finiture, ai materiali, alle tipologie da utilizzarsi per tutti gli elementi (funzionali, decorativi e tecnologici) che compongono le facciate e le sistemazioni esterne degli edifici.

Piano Urbano del Traffico:

Consapevoli che nel Comune di Cutro il problema si presenta per lo più nei mesi estivi, quando la popolazione presente sul territorio aumenta a dismisura o in occasione di grandi eventi di rilevante importanza, come la Festa Settennale del S.S. Crocifisso, il Piano Urbano del Traffico (PUT) dovrà prevedere un insieme di interventi coordinati per il miglioramento delle condizioni della circolazione stradale nell’area urbana, dei pedoni, dei mezzi pubblici e dei veicoli privati.
Gli obiettivi principali di tale strumento saranno:
1. Protezione e potenziamento del trasporto pubblico;
2. Regolarizzazione dei parcheggi e della sosta (magari attraverso la redazione di un apposito Piano dei Parcheggi);
3. Controllo dell’impatto sulle parti urbane più pregiate o più fragili della città.
Tali interventi dovranno però tenere necessariamente conto delle esigenze che caratterizzano i diversi periodi dell’anno, con l’obiettivo di contenere al massimo, mediante interventi di modesto onere economico, le situazioni di circolazione critiche.

Piano delle Attività Commerciali:

Nell’ affrontare il problema della pianificazione del commercio, consapevoli che esso si distribuisce naturalmente per assi, punti o poli, e non per aree territoriali estese, proponiamo di partire dall’analisi della realtà commerciale locale per individuarne le caratteristiche distributive in rapporto al territorio.
Il fine è di definire veri e propri “sistemi commerciali”, che vadano a strutturare l’impianto distributivo presente sul territorio, in alternativa ad una distribuzione pressoché casuale rispetto all’edilizia presente in loco.
Nelle intenzioni, questa è l’occasione per tentare di restituire vitalità al Centro Storico, dove potrebbero essere dislocate tutte quelle attività tipiche, quali artigianato locale, produzioni di pregio, laboratori artistici, locande tipiche, rivendita di prodotti agroalimentari a “chilometro zero”.
In quest’ottica, pensiamo che un ruolo di primaria importanza dovrà essere assunto dall’antica Piazza Mercato che, dopo l’abbattimento del vecchio mercato coperto, può tornare ad essere il fulcro dell’attività economica tradizionale di Cutro, restituendo vitalità alla storica piazza cittadina, attraverso la riqualificazione delle antiche botteghe che ne caratterizzano la struttura.

In concreto:

Per Noi di LiberaMente è fondamentale la partecipazione dei cittadini all’attività amministrativa, poiché solo agendo in questa direzione riteniamo di potere dare un contributo definitivo ed ampiamente condiviso per il futuro sviluppo della comunità e per una ricostruzione concreta del tessuto sociale.
Questo modo di agire, che è nostra intenzione adottare in tanti ambiti della vita amministrativa, sarà tanto più valido e concreto proprio nel campo urbanistico e quindi del governo del territorio, per fare in modo che le attività programmate e progettate e i lavori pubblici realizzati siano effettivamente espressione di una identità comune ed ampiamente riconosciuta e accettata.
Intendiamo fare tutto ciò attraverso incontri, seminari, convegni e soprattutto laboratori, in cui fare convergere le diverse sensibilità presenti sul territorio, avvalendoci del contributo di soggetti esperti e di comuni cittadini, coinvolgendo tutte le fasce di età a partire dai bambini delle scuole fino agli anziani.
L’idea sostanzialmente è quella di istituire una sorta di “Osservatorio Permanente” sull’attività edificatoria e urbana, che porti a un rinnovato interesse per la qualità edilizia e architettonica, per la riqualificazione energetica degli edifici, per il recupero del centro storico e del costruito in genere. Tutto questo dovrà avvenire in sinergia, oltre che con i tanti singoli professionisti operanti in città, anche e soprattutto con ordini professionali, istituti scolastici, atenei universitari, enti e istituzioni, in particolare le soprintendenze, quali guide e garanti della qualità delle proposte e dei relativi interventi.
Questo avrà necessariamente importanti conseguenze, non solo sul tessuto urbano, ma in particolare attiverà un processo di sviluppo turistico e quindi economico che materialmente si tradurrà in occasioni di lavoro per progettisti, tecnici, imprese e operatori dei diversi settori.
Sinteticamente possiamo tradurre tutto questo in una serie di operazioni volte a:
 Indicare criteri di riuso e recupero degli edifici storici, anche attraverso l’eventuale apposizione del vincolo di tutela;
 Studio relativo alla presenza, nel territorio, di eventuali resti archeologici e adozione delle misure necessarie alla tutela e valorizzazione;
 Attuazione di opere atte al riefficientamento energetico, in prima istanza, di tutti gli edifici di proprietà Comunale e in seguito anche quello relativo ad edifici privati;
 Progettazione ed esecuzione di interventi di restauro delle antiche case contadine, che caratterizzano il centro storico, adattabili – a seconda dei casi – ad attività inerenti: Antichi Mestieri, Albergo Diffuso, Social Housing, Allestimenti Museali riguardanti Scene di Vita Contadina ecc…
E’ bene soffermarsi un momento in più su quest’ultimo punto, in quanto riteniamo sia fondamentale per tracciare le linee guida di questa visione nuova nei riguardi di questa città.
Pensiamo, infatti, che la questione dell’identità sia di vitale importanza e quindi una qualsiasi idea di sviluppo, in particolare di tipo turistico, non possa prescindere dalle radici storiche del nostro territorio. Ecco perché intendiamo avviare una fase di studio, mirata all’ampliamento dell’offerta culturale e turistica che non si può limitare al solo turismo balneare sulla costa (tra l’altro ancora a livelli minimi).
Non è perciò peregrina l’ipotesi di avviare una fase di indagine di tipo archeologico, che – partendo dall’antica Kyterion – abbraccia potenzialmente tutte le epoche storiche sino ai manufatti più recenti, sia quelli di maggiore pregio architettonico presenti nell’ambito del nucleo storico cutrese, che sulle architetture storiche spontanee come le vecchie casette contadine che caratterizzavano l’antico abitato.
Queste ultime, nonostante il loro forte carattere identitario, sono state sino ad oggi continuamente ignorate da tecnici e amministrazioni, che hanno colpevolmente e indiscriminatamente perpetrato continue operazioni di oblio e demolizione, tra l’altro in palese violazione del vigente PRG, che vieta operazioni di abbattimento nell’ambito delle Zone A, ossia in centro storico.
La guida turistica “Incontro con la Calabria” (Laruffa Editore) datata 1981, quindi non moltissimi anni fa, così descriveva sinteticamente la Nostra cittadina:
“….. Il paese, non presenta particolari monumenti anche se la semplicità delle case basse e linde, assolate, tutte simili tra di loro, bianche e con gradini di accesso sulla strada, è motivo di autentica poesia, specie se il visitatore vi si reca alla sera, quando i contadini tornano dai campi”.
Riteniamo dunque doverosa un’azione di salvaguardia di tali manufatti e dell’intero centro storico, nel cui ambito esse potranno assumere, tra le tante, anche una nuova funzione di valenza sociale con il restauro delle antiche botteghe artigiane, all’interno delle quali saranno avviati percorsi formativi per minori a rischio, atti al recupero degli antichi mestieri.
Nel complesso, si tratterà di un lavoro arduo e lungo, che sarà possibile avviare attingendo ai numerosi fondi previsti dai piani Europei e attivando le direttive governative, avviate anche in Italia: pensiamo ad esempio alla redazione di piani complessi e piani di recupero, di ampio respiro e di valenza pluriennale, per la riqualificazione urbana.
Siamo coscienti che si tratta di un’ampia mole di lavoro, che non potrà concludersi in tempi brevi ma che è fondamentale attivare da subito.

Organizzazione:

Raggiungere gli obiettivi è di fondamentale importanza per un’azione amministrativa che si rivolga in maniera compiuta all’ascolto e alla risoluzione dei problemi della comunità.
Due punti saranno fondamentali nell’ambito della riconfigurazione degli uffici specifici, che a sua volta, così come espresso in precedenza, rientreranno in un’azione più ampia di ammodernamento della “macchina amministrativa”, ossia:
 Istituzione dello Sportello Unico dell’Edilizia:
Si tratta dell’organo preposto alla cura di tutti i rapporti fra il privato e l’amministrazione e, quando previsto, con le altre amministrazioni chiamate a pronunciarsi sull’intervento edilizio oggetto della richiesta. Non è un semplice atto conformativo ad una norma, ma un modo per ribadirne lo spirito, che condividiamo, in quanto esso può divenire uno strumento strategico per promuovere la trasparenza delle procedure e quindi azioni virtuose contro la corruzione.
Il fine infatti è quello di redigere regole interne certe atte a garantire il rispetto dei ruoli e delle assunzioni di responsabilità certificando il tracciamento sicuro dell’iter istruttorio delle diverse pratiche, mettendo a disposizione della cittadinanza tutta gli atti cosiddetti pubblici.
 Dotazione all’Ufficio Tecnico di un Sistema G.I.S. :
Il G.I.S. (Geographical Information System) o sistema informativo geografico è uno strumento che attraverso appositi software, permette la creazione di data base e mappe, anche tridimensionali, atte a consentire agli organi preposti di visualizzare e analizzare le informazioni e perciò spiegare eventi, pianificare strategie o progettare infrastrutture territoriali.
Un esempio concreto è relativo alla catalogazione delle diverse reti urbane di servizio (idrica, fognante ecc…), ciò consentirà di individuare eventuali guasti e/o disfunzioni in tempi celeri e in modo sicuro.
Riteniamo altresì opportuno promuovere momenti di formazione, non solo per i dipendenti strutturati e in forza all’Ente, ma che consentano a giovani laureati e/o studenti di coadiuvare con entusiasmo e competenza l’azione amministrativa, incrementando il proprio curriculum professionale e il proprio bagaglio culturale e di conoscenze tecniche.

Sistema:

L’ambizione e la capacità attrattiva di un luogo derivano da un’organizzazione razionale delle sue componenti.
Affinché si strutturi un organismo urbano appetibile per i visitatori e apprezzabile dagli abitanti, è necessario immaginare e costituire un “Sistema Città”.
Per fare ciò non bisogna inventarsi alcunché di nuovo o immaginarsi scenari avveniristici, basta carpire la naturale vocazione dei luoghi, semplicemente guardando la città con occhi nuovi e “mettendo a sistema” ogni sua componente.
Per noi di LiberaMente, questo passa attraverso l’individuazione di alcuni “Poli Urbani” che, nelle nostre intenzioni, andrà a riconfigurarne l’identità urbana, imprimendo a tali luoghi una riconoscibilità che sarà alla base della riorganizzazione funzionale di tutto l’assetto urbano.
Non un semplice trasferimento di funzioni da un sito ad un altro quindi, ma la volontà di imprimere all’impianto urbano un’impronta forte, definitiva e identitaria.

Itinerari Storico – Culturali:

Riconnettere il tessuto sociale significa valorizzare l’aspetto storico e culturale di un territorio. Questo, da un punto di vista urbanistico e architettonico, si traduce nella caratterizzazione di luoghi generalmente riconosciuti, che gli abitanti sentano propri e i visitatori riconoscano come testimonianze identitarie del luogo medesimo.
A questo proposito riteniamo strategica l’individuazione e la delineazione di una serie di percorsi tematici, storici e culturali che testimonino l’identità locale.
Così facendo, con lo studio e la valorizzazione dei vari temi, si potranno caratterizzare le diverse zone del centro urbano tramite l’utilizzo di materiali locali, vegetazione autoctona, elementi d’arredo.
Sarà questo il pretesto per potere iniziare un’azione di pianificazione e riqualificazione urbana particolareggiata che coinvolga alla fine le singole proprietà ed i singoli edifici, anche su piccola scala, nonché la loro valorizzazione da un punto di vista economico e funzionale nell’ottica di una rinnovata gestione mirante ad un serio progetto di sviluppo artistico, culturale e turistico, nell’immediato futuro.

Poli Culturali Urbani:

Riteniamo che lo sviluppo di un territorio passi principalmente dal suo accrescimento culturale.
Guardiamo al fattore cultura non come un fatto prettamente privato o di “nicchia”, ma quale volano per uno sviluppo economico concreto e di evoluzione sociale, contrariamente a chi ritiene che “con la cultura non si mangia”!
Per noi, questo si traduce materialmente attraverso la riorganizzazione funzionale e spaziale di alcuni comparti urbani, che assumeranno una nuova valenza e riconoscibilità. Non un semplice trasferimento di funzioni, ma una riorganizzazione degli spazi, mirata ad una riqualificazione completa delle aree urbane oggetto di intervento.